Pitagora nacque intorno al 570 a.C. a Samo, un'isola del Mar Egeo. In gioventù, intraprese un viaggio in Egitto, dove approfondì le sue conoscenze matematiche e geometriche presso i templi dei sacerdoti locali. Non ci sono prove certe sulla data precisa del viaggio, ma si stima che possa essere avvenuto intorno alla metà del VI secolo a.C.

Durante l'occupazione persiana dell'Egitto nel 525 a.C., Pitagora potrebbe essere stato fatto prigioniero e condotto a Babilonia. Qui, secondo tradizioni non confermate, venne in contatto con riti religiosi orientali, come il culto di Zoroastro, e affinò ulteriormente le sue competenze matematiche e musicali.

Ritornato a Samo intorno al 520 a.C., Pitagora fondò una scuola filosofica. Successivamente, visitò Creta per studiare i sistemi legislativi dell'isola. Intorno al 518 a.C. lasciò Samo per stabilirsi a Crotone, dove creò una comunità filosofica e religiosa. La scuola pitagorica di Crotone era nota per i suoi rigidi riti e per l'ammissione anche delle donne, cosa straordinaria per l'epoca.

Nel 508 a.C. la scuola fu attaccata da Silone, un nobile di Crotone che non era riuscito a entrare nella comunità pitagorica. In seguito a questi eventi, Pitagora si rifugiò a Metaponto, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Le circostanze esatte della sua morte rimangono tuttavia avvolte nel mistero.

Teorema di Pitagora:

in un triangolo rettangolo, la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull'ipotenusa. In termini matematici:

a² + b² = c²

Dove "a" e "b" sono i cateti e "c" l'ipotenusa.

Quella sotto riportata è una dimostrazione grometrica del teorema di Pitagora, è l'area gialla, è l'area verde, è l'area arancione. Nella prima figura a sinistra ho inserito una rappresentazione grafica del teorema, le altre 2 figure rappresentano la dimostrazione e cioè +4 triangoli di partenza sono uguali a a² + b²+ 4 triangoli di partenza, togliendo i triangoli di partenza si ha la tesi.

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Dal Cubismo al Classicismo è un libro in cui Gino Severini (1883-1966) esplora il suo cammino artistico dal Cubismo al Classicismo. Severini lo ha scritto nel 1920 in lingua francese, visto che ha vissuto a Parigi per la maggior parte della sua vita.

Prima di visitare Cortona, sua città natale, non conoscevo molto di Severini, mi ricordavo solo dei suoi lavori futuristi. Infatti, una volta trasferitosi a Parigi, Severini entrò a far parte del movimento Futurista fondato da Filippo Tommaso Marinetti.

Tuttavia, nel dopoguerra, Severini si distaccò dal Futurismo per studiare e mettere in pratica i canoni classici di composizione pittorica. Questa parte della sua produzione pittorica mi era completamente sconosciuta, e questo cambio di rotta mi ha da prima stupito e poi incuriosito. Da qui è scaturito l'acquisto e lo studio del libro 'Dal Cubismo al Classicismo'.

In questo articolo mi soffermo sull'analisi del quadro Maternità del 1920 che l'autore descrive con queste parole:

Prima di tutto ho scelto come dominante la perpendicolare all’ipotenusa di uno dei triangoli rettangoli, e lungo questa dominante ho collocato il braccio della bambina. Poi l’ho ripetuta col braccio della madre e l’ho continuata e ripresa in vari punti del quadro, non scelti a caso.
Una direzione o una linea non vanno mai messe sulla tela col sentimento, ma sempre secondo un preciso rapporto numerico o geometrico.
Questa dominante è inclinata di 55 gradi rispetto alla perpendicolare della tela.
Per cominciare a creare dei contrasti, le ho contrapposto una linea spostata di 70 gradi, che forma la veste della bambina.
È un contrasto d’intervallo medio. Se avessi voluto un contrasto massimo avrei aperto l’angolo a 90 gradi, ma l’effetto sarebbe stato meno gradevole. Le pieghe della veste della bambina sottolineano l’angolo di 70 gradi, creando angoli simili o a piccoli intervalli. Le linee che formano questi angoli sono sempre a una distanza proporzionale tra loro. Inoltre anche la spalla sinistra della madre contrasta con la dominante, formandoun angolo di 90 gradi. Le pieghe del corpetto sono poste sempre regolarmente a intervalli proporzionali, di circa 1/72. Queste pieghe formano vari angoli che modulano il contrasto principale, proprio come avverrebbe modulando un rosso con arancioni e gialli (o all'opposto con viola e blu), oppure passando dal nero al grigio al bianco e viceversa.
Per collocare la tenda, ho diviso il lato superiore della tela secondo la «sezione aurea», e ho fatto sì che la larghezza della finestra fosse media proporzionale tra il segmento minore e quello maggiore.
La composizione non è simmetrica, ma euritmica; c’è un centro di simmetria, ma ce ne potrebbero essere diversi nello stesso quadro. Questo principio, che è basilare e uno dei più semplici, si può applicare in molti modi, a seconda dei triangoli e della loro posizione sulla tela.

Nell'immagine qui sopra ho segnato le linee costruttive principali dell'opera come indicate da Severini e le lettere come riferimento ai segmenti che entrano in gioco nella sezione aurea: (AB:BC=BC:AC).

Sono felice di condividere con voi i miei due lavori realizzati per la call artistica sul tema del giallo. Questa emozionante call, che scade il 31 marzo 2025, è organizzata da 'Le Cahier Allant Vers' (29, Avenue Faidherbe - 59300 Valenciennes - France). È stata un'opportunità unica per esplorare e sperimentare la mia creatività, giocando con le sfumature e le interpretazioni di questo colore così vibrante e dinamico.

Fin da piccola, ho sempre adorato il colore giallo: simbolo di energia, luce e vitalità, mi ha ispirato a creare opere che catturano l'essenza della gioia e dell'ottimismo. La mia prima opera è un collage di cerchi o parti di cerchio che rappresenta il disegno di un teorema di geometria euclidea sulla tangenza di sei cerchi. Ho voluto esplorare come la precisione matematica possa integrarsi armoniosamente con l'arte, creando un effetto visivo affascinante e complesso. Questa fusione di forme geometriche è un tributo all'eleganza della matematica e alla sua presenza nascosta nella bellezza del mondo naturale.

La mia seconda opera è un collage di una pavage di rombi che formano una serie di cubi in assonometria. Questo lavoro esplora le illusioni ottiche e la tridimensionalità, creando una percezione dinamica e coinvolgente. I rombi, disposti in modo da sembrare cubi tridimensionali, giocano con la nostra percezione dello spazio e della forma, offrendo una prospettiva unica e intrigante.

Partecipare a questa call è stato per me un modo per connettermi con altri artisti e condividere il mio lavoro in un contesto più ampio. Ringrazio 'Le Cahier Allant Vers' per questa meravigliosa opportunità e non vedo l'ora di scoprire le creazioni di tutti i partecipanti.