Author Archives: Lara Favaro

Fisicamente Plimpton 322 è una tavoletta in argilla che misura 12.7 cm x 8.8 cm, fu ritrovata durande degli scavi a Larsa, un'antica città sumera vicina al Golfo Persico ed è datata tra il 1822 e il 1762 a. C., cioè circa al tempo di Hammurabi.

Non lasciatevi ingannare dall'aspetto e dalle ridotte misure perchè secondo uno studio recente si tratterebbe della più antica tavola trigonometrica a noi nota.

Quest'estate D.F. Mansfield e N.J. Wildberger, due matematici australiani, hanno pubblicato un articolo in cui illustrano una nuova interpretazione dei numeri riportati nella tavoletta: conoscendo due dei lati di un triangolo rettangolo si riesce a trovare il valore del terzo lato con un'approssimazione migliore che non usando la tabella dei seni di Madhava.

E devo dire che la matematica babilonese non ha ancora finto di stupirmi, per esempio nel lavoro di J. Høyrup "L'algèbre au temps de Babylone" viene spiegato che una stessa operazione poteva essere indicata con diverse parole, all'inizio della decifrazione del cuneriforme si pensava che fossero sinonimi, invece avevano significati diversi. Per esempio, per indicare l'addizione usavano due parole diverse:

kamarum/UL.GAR/GAR.GAR indicava un'addizione astratta: "impilare" a e b

wasabum/DAH indicava l'operazione di aggiunta: "aggiungere" j a S

"Impilare" a e b è un'addizione tra numeri e crea un'entità nuova, mentre l'"aggiungere" non crea nulla di nuovo, S non perde la sua identità, se, per esempio, S= il mio deposito in banca e j = l'interesse, l'"aggiunta" tra S e j non cambia nulla del fatto che si tratta del mio deposito in banca.

Ringrazio Giovanna Donnarumma e Ipphò Gennaro Ippolito per avermi dato la possibilità i partecipare alla Biennale del Libro D'Artista a Castel dell'Ovo Napoli dal 19 agosto al 4 settembre.
Il libro che ho presentato è la storia di sior Intento, una filastrocca popolare diffusa in Veneto, la sua peculiarità è quella di venir ripetuta ad ogni richiesta e quindi di non finire mai: è per questo che l'ho riportata su di un nastro di Moebius. Il supporto è una striscia di carta rilegata agli estremi dopo aver dato un mezzo giro di torsione. Da questo semplice gesto si ottiene il nastro di Moebius la cui caratteristica geometrica è quella di avere una sola faccia, infatti si riesce a tracciare una linea ritornando al punto di partenza senza mai staccare la matita dal foglio.

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Domenica sono andata a Verona in occasione di Verona Tessile. Il festival è stato organizzato in modo impeccabile, bella l'idea di allestire più mostre tematiche in varie sedi del centro così da poter visitare anche la città e permettere a turisti ignari di darci uno sguardo incuriosito. Le mostre erano una più interessante dell'altra e mettevano in risalto la grande maestria raggiunta nell'uso della tecnica del patchwork.

Le foto del festival le potete trovare a questo link

Qui sotto ce ne sono alcune della città e del mio lavoro