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Durante il mese di novembre ho partecipato al contest coloriAMO novembre proposto da Altro spazio d'arte, ogni settimana veniva proposto un colore che serviva da ispirazione.

Il primo colore era il verde, ho proposto 'Cimiciao', un pastello 30x40 realizzato a partire da una foto che avevo fatto anni fa ad un cimice che si era mimetizzato in una pianta di aloa, così ho pensato di seguire il tema del mimetismo anche per i colori delle altre settimane.

cimice mimetizzato all'interno di una aola per rappresentare il colore verde
Cimiciao
disegno a pastello di una rosa gialla con all'interno un'ape mimetizzata per rappresentare il colore giallo
E' l'ora dell'ape!
pastello di una tartaruga che emerge dall'acqua solo con la testa a rappresentare il colore azzurro
Achille, non mi prenderai!
cocinella mimetizzata in un papavero a rappresentare il colore rosso
Cucù lae!!!

Quest'anno, per la prima volta abbiamo piantato dei carciofi: scelta azzeccata, non solo per la bontà dei carciofi ma anche per la bellezza della pianta e del carciofo stesso quando si schiude.

Così ne ho approfittato per realizzare 2 pastelli dal vero.

disegno a pastello di un carciofo e di un colibrì sfinge
disegno a pastello di un carciofo e di una lumaca e di una farfalla

Pastello raffigurante il tramonto sul Sile

Pastello su pastelmat 64x46 cm

Ho realizzato questo pastello partendo da delle foto del fiume Sile prese a Quinto di Treviso in una giornata uggiosa:

Sile

Lara

ho quindi pensato di cambiare il cielo in qualcosa di più colorato.

Tramonto barocco

Tutto il percorso del fiume Sile offre scorci interessanti dal punto di vista pittorico, soprattutto all'interno dell'oasi naturalistica Cervara a Santa Cristina di Quinti di Treviso.

Il Sile è uno dei fiumi di risorgiva più lunghi d'Europa, lungo circa 94 km, scorre dalle sorgenti site a Torreselle di Piombino Dese fino alla foce presso Jesolo.

Questa è la mia personale iconografia di Hypatia o Ipazia, matematica, astronomia e filosofa attiva ad Alessandria d'Egitto nel V secolo d. C.. Me la sono immaginata donna fiera, dallo sguardo vivace e proteso a studiare la volta celeste. Si dice che fosse ammirata per la il suo alto ingegno, vasto sapere e brillante eloquenza.

Sulla sua vita si hanno pochissime notizia. Dalle fonti si apprende che era figlia del matematico Teone di Alessandria, il quale dirigeva una scuola neoplatonica e iniziò la figlia alla matematica, astronomia e filosofia neoplatonica, tanto che Ipazia successe al padre alla guida della scuola.

Nel 415 d.C. Ipazia venne brutalmente trucidata da una folla di cristiani sobillati dal vescovo Cirillo. Una versione della vicenda è trasmessa dal filosofo Damascio, che si era recato ad Alessandria intorno al 485, quando ancora «vivo e denso di affetto era il ricordo dell'antica maestra nella mente e nelle parole degli alessandrini». Divenuto poi scolarca della scuola di Atene, scrisse, cento anni dopo la morte di Ipazia, la sua biografia. In essa sostiene la diretta responsabilità di Cirillo nell'omicidio, più esplicitamente di quanto non faccia Socrate Scolastico: accadde che il vescovo, vedendo la gran quantità di persone che frequentava la casa di Ipazia, «si rose a tal punto nell'anima che tramò la sua uccisione, in modo che avvenisse il più presto possibile, un'uccisione che fu tra tutte la più empia». Anche Damascio rievoca la brutalità dell'omicidio: «una massa enorme di uomini brutali, veramente malvagi [...] uccise la filosofa [...] e mentre ancora respirava appena, le cavarono gli occhi».